Nella seconda metà degli anni 60 e per tutto il successivo
decennio, Novi era conosciuta fra le altre cose, come la città che aveva in se
uno dei parchi botanici più rari del Piemonte. Questa nomea era dovuta al parco
Castello, ma soprattutto alla manutenzione fatta da un uomo, che mio malgrado
non ricordo il nome, ma che era conosciuto come il mago delle piante.
Costui, insieme al custode della torre avevano creato il più
variegato e composito parco arboreo in cui non vi era pianta uguale in tutta la
collina del parco. Molti venivano a visitarlo e a fotografarlo, molti e fra
questi i novesi in prima fila, salivano al parco per godere della frescura che
vi regnava d’estate, dei profumi delle essenze che in tarda primavera fiorivano
per il piacere dei visitatori e degli assidui frequentatori del tempo.
Noi ci si andava per i giochi che vi erano sulla spianata e
per la grande e ripetuta sfida che si consumava sulle altalene, negli assolati
e caldi meriggi di primavera e parte dell’estate. Infatti io ero il campione
del “Tocco”. 12 erano i tocchi che si
dovevano raggiungere e tutti da una sola parte. Si faceva vorticare da un lato
e dall’altro l’altalena fino a toccare, con la gabbia dell’altalena, la barra
di sostegno della struttura… e via così fino ai fatidici 12 tocchi.
Dalla balera poco distante, l’aria si riempiva di suoni e al
ritmo di Baglioni e Battisti, dei Pooh o dei Ricchi e Poveri che dal Juke Box
rallegrava i visitatori e invitava al gelato pomeridiano.
La gente frequentava il parco, ne godeva della pace
mattutina e della frescura in cui immergersi e goderne; fra gli alberi ci si
sedeva per leggere e meditare, nelle fredde panchine di pietra, ci si sedeva,
nei pomeriggi assolati, per rinfrancare mente e spirito.
Tutto questo negli anni a venire, Fatto salvo un breve
periodo di promozione con manifestazioni rispettose del Parco, il percorso
atletico, ultimo cimelio di una promozione attenta e rispettosa, è stato poi, gradualmente espropriato, ridotto a
sterpaglia e abbandonato a se stesso ed ai vandali che vi hanno spadroneggiato.
Nonostante gli alberi che stoicamente hanno resistito. Hanno
fatto la loro resistenza, quando sono stati invasi e offesi da lancinanti suoni
e luci di una “Movida” inutile e dannosa.
Sono stati stoicamente fermi e resistenti, quando trafitti
da mille chiodi e corde e caricati da piattaforme che volendo scimmiottare
ambienti e atmosfere estranee ai nostri climi, solo per dare corso a deliranti
e visionarie aspettative di una realtà che oggi ha il sapore di beffa di
fronte al mesto fallimento dell’iniziativa
che più di ogni altra, ha cosi dolorosamente offeso il nostro Parco.
Ora sono lì in attesa che qualcuno si occupi di loro, che li
liberi da inutili e umilianti orpelli e li restituisca al loro naturale corso.
Quanto sopra per tentare un risveglio di una coscienza dei
Novesi che spero si rivoltino contro decisioni dal sapore squisitamente
commerciale e di scambio avvenuto, fra chi osteggiava una realtà produttiva ed
il costo per non permettere che si inserisse nel tessuto produttivo novese.
Per dire ai Novesi che non è più sostenibile il mercimonio
che è stato messo in atto sul nostro Parco e che deve immediatamente essere
restituito alla sua naturale condizione di polmone verde della nostra città.
Alternativa Novese ha in cantiere iniziative che lungi dal
voler perseguire la strada del mercimonio, vogliono essere rispettose del verde
e nel contempo hanno la presunzione di dare nuova e significativa vita al
nostro Parco. Iniziative che intendiamo realizzare nei giardini della
passeggiata, davanti l’asilo Garibaldi e nel Parco Aurora.
Vogliamo insomma, che i Novesi possano riscoprire, il
piacere di frequentare il loro Parco, goderne e farne godere a tutti nel
rispetto delle piante e dei fiori che in esso vi dimorano. Con queste iniziative, poter offrire
occasioni di lavoro per gente che ha passione e rispetto del patrimonio Arboreo
e la cui presenza sia anche indice di sicurezza passiva ed attiva a difesa del
patrimonio di tutti ma soprattutto dei NOVESI.
Mario Summa